di Beatrice Silenzi

“Accadde a Berlino”, intensa pellicola del 1953 che ci porta nel cuore di una città, Berlino, post-bellica, divisa tra Est e Ovest, segnata dalle macerie della guerra.
Un film di Alfred Hitchcock, in cui si parla di Ivo Kern, spia, impegnato nel doppio gioco fra i due blocchi contrapposti.

La trama si sviluppa intorno a un triangolo amoroso complicato: Ivo si innamora di Susanne, sorella di un ufficiale inglese, attualmente sposato con la sua ex moglie.

Questo amore proibito mette in moto una serie di eventi che coinvolgono il protagonista in pericolosi giochi di spionaggio e lo costringono a mettere a rischio la propria vita per salvare Susanne.

“Accadde a Berlino” è una pellicola che offre una visione affascinante e inquietante della città: le contraddizioni e i problemi causati dalla divisione tra Est e Ovest sono evidenti in ogni scena, rappresentano una società sospesa tra la speranza di un futuro migliore e il peso del passato.

La regia di Alfred Hitchcock è magistrale nel creare un’atmosfera di suspense e tensione: grande abilità nel gestire la narrazione e nel creare sequenze avvincenti. Hitchcock tiene gli spettatori sul filo del rasoio, lasciandoli incollati allo schermo fino all’ultima scena.

Gli intrecci amorosi e le dinamiche di spionaggio sono resi ancora più coinvolgenti grazie alla presenza di interpreti di talento che danno vita ai loro ruoli con grande maestria.

Il film affronta anche temi come la fedeltà, l’amore, il tradimento e la lotta per la libertà in un contesto storico e politico complesso. Fotografia suggestiva, che cattura l’atmosfera decadente e inquietante della città, immagini in bianco e nero che trasmettono nostalgia e drammaticità, sono cose che contribuiscono a creare un’esperienza coinvolgente e indimenticabile.