di Beatrice Silenzi

Fine anni ’70. “All That Jazz” è il film, diretto da Bob Fosse – interpretato da Roy Scheider, Jessica Lange e da un folto gruppo di attori comprimari – che racconta in maniera autobiografica, la storia di Joe Gideon, affermato attore, ballerino e coreografo di musical e danza moderna.

Gideon (Roy Scheider) lavora alla preparazione del suo nuovo spettacolo, immerso nel casting tra ballerini sul palco, produttori, il compositore delle musiche e la ex moglie, anch’ella ballerina del musical per la quale Joe ha scritto il copione.

In altre scene, immaginarie, parla e risponde alle domande di Angelica, una dama vestita di bianco, sulla sua vita, sulle origini della sua carriera e sulle donne della sua vita. La dama non è una figura angelica, ma piuttosto un angelo della morte che ascolta con interesse ciò che lui le racconta.

Una pellicola, caratterizzata da belle coreografie, musiche (e un omaggio a “8 e mezzo”), guadagna quattro Oscar relativi al settore artistico-tecnico e prende il titolo dall’omonima canzone del musical con la regia di Fosse, Chicago.

Presentato in concorso al Festival di Cannes 1980, ha vinto la Palma d’oro come miglior film ex aequo con Kagemusha – L’ombra del guerriero di Akira Kurosawa e nel 2001 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

È una pietra miliare nella carriera del regista e coreografo di Broadway, Bob Fosse ed offre uno sguardo crudo, senza censure sulla ricerca incalzante di piaceri e l’oblio di un artista.

Le tematiche sono l’autodistruzione, la creatività, il tributo che l’arte esige da chi la pratica, perché Joe Gideon è un riflesso diretto di Fosse, parla di sé, regista sfrontato e autodistruttivo che vive una vita frenetica, divisa tra un musical di Broadway e un film su un comico.

Roy Scheider regala, con maestria, tutte le sfumature complesse di un uomo che combatte con i suoi demoni personali, cercando di realizzare la sua visione artistica.
La sequenza finale di “All That Jazz” rappresenta uno dei momenti più potenti e memorabili del film: mentre Gideon lascia la sua forma mortale, Scheider e Vereen danzano sul palco sulle note di “Bye Bye Love”.