di Beatrice Silenzi

Alfred Hitchcock è il geniale maestro della suspense e “La finestra sul cortile”, nel mescolare abilmente mistero, tensione psicologica e romanticismo, offre al pubblico un mix avvincente e coinvolgente.

Il protagonista è L.B. “Jeff” Jefferies (James Stewart) fotoreporter d’azione costretto sulla sedia a rotelle a causa di un incidente sul lavoro.

Immobilizzato nella sua abitazione di New York, Jeff trascorre il tempo osservando i suoi vicini di casa proprio attraverso la finestra sul cortile.

La sua curiosità si trasforma in ossessione quando crede di aver assistito a un omicidio nel palazzo di fronte.

Convinto di aver scoperto un terribile segreto, Jeff coinvolge la sua fidanzata Lisa, interpretata da Grace Kelly e il suo amico detective Doyle (Wendell Corey), nel tentativo di risolvere il mistero.

L’atmosfera di tensione e suspense – ben lontana da quella che si respira nelle pellicole moderne – è, senza dubbio, particolare.

La scelta di raccontare gran parte della storia dal punto di vista di Jeff, limitato nella sua prospettiva della finestra, contribuisce a creare quel vago senso di claustrofobia ed impotenza che si riflette sullo spettatore.

L’abilità del regista consiste ancora una volta nel manipolare le emozioni del pubblico, mantenendo la suspense fino all’ultima scena.

James Stewart – attore cardine dei film di Hitchcock – regala un’interpretazione straordinaria, catturando perfettamente frustrazione e la determinazione nell’indagare sul presunto omicidio.

Una performance intensa che consente allo spettatore di identificarsi con il suo personaggio e di condividerne le emozioni.

L’incredibile, eterea bellezza di Grace Kelly-Lisa aggiunge fascino ed eleganza alla trama, creando un contrasto forte con l’atmosfera oscura e minacciosa del cortile.

“La finestra sul cortile” non affronta solo il tema del voyeurismo o dell’ossessione per entrare nella vita degli altri – mettendo in discussione l’etica e la moralità dell’atto di guardare senza essere visti – ma esplora anche la fragilità della percezione umana e la difficoltà di distinguere la verità dalla finzione.

Queste tematiche, unite alla maestria tecnica e narrativa del regista, rendono il film una pietra miliare del cinema e una delle opere più celebri di Hitchcock.