Negli ultimi vent’anni, il panorama jazzistico ha subito una serie di trasformazioni e ha abbracciato una vasta gamma di influenze e stili diversi per cui è diventato sempre più difficile identificare un denominatore comune che caratterizzi tutte le tendenze in atto, poiché il jazz si è aperto all’incontro con altre forme musicali e tradizioni culturali.
Una delle principali caratteristiche di questo periodo è stata la fusione del jazz con altri generi musicali. Molte collaborazioni si sono verificate tra musicisti jazz e rappresentanti della scena hip-hop, come nel caso del sassofonista Steve Coleman che ha lavorato con alcuni cantanti rap.
Tali fusioni hanno contribuito a creare nuove sonorità e a sperimentare con nuovi linguaggi musicali.
Inoltre, il jazz ha visto un’intenso mix tra le tradizioni musicali di diversi paesi: i musicisti hanno abbracciato influenze provenienti da tutto il mondo, creando un’interessante intersezione tra culture musicali.
Alcuni artisti hanno sintetizzato questa molteplicità di influenze in collage stilistici disorientanti, come il sassofonista John Zorn, che ha abbracciato una vasta gamma di generi musicali e creato un suono eclettico e innovativo.
Un’altra importante evoluzione negli ultimi decenni è stata la sua diffusione su scala mondiale e l’emergere di nuove voci e nuove tendenze in diverse parti del mondo. In Europa, ad esempio, si è sviluppata l’idea di improvvisazione radicale, che trae origine dal free jazz.
In Italia, in particolare, sono emerse personalità con uno stile ricco di lirismo ed espressività, come il trombettista Enrico Rava.
Questi artisti hanno saputo rielaborare in modo originale la tradizione popolare italiana, creando un connubio unico tra il jazz e le radici culturali del paese, come dimostra il sassofonista Gianluigi Trovesi.
Il jazz degli ultimi vent’anni si è dunque caratterizzato diversità ed eclettismo, diventando un terreno fertile per l’incontro tra generi musicali e culture diverse: le innovazioni e le nuove voci non sono giunte solo dagli Stati Uniti, ma si sono diffuse in tutto il mondo, contribuendo a mantenere vivo e in continua evoluzione il genere jazz.







