di Beatrice Silenzi

Diretto da David Lean, “Il ponte sul fiume Kwai” è un film  che affronta tematiche profonde legate alla guerra, all’etica militare, alla follia umana.

Uscito nel 1957, la pellicola si basa sul romanzo omonimo di Pierre Boulle e si distingue per una regia magistrale, una sceneggiatura avvincente, interpretazioni straordinarie del suo cast.

La trama. 
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il colonnello britannico Nicholson (Alec Guinness) ed il suo reggimento di prigionieri di guerra sono costretti a costruire un ponte ferroviario per le forze giapponesi, Nicholson decide di mettere in campo tutta la sua abilità e orgoglio militare per costruire un ponte di qualità superiore, nonostante le conseguenze potenzialmente fatali per le truppe alleate.

Mentre Nicholson si impegna nella costruzione del ponte, entra in conflitto con il comandante britannico Shears (William Holden) che vede nel ponte un obiettivo strategico da distruggere e questo conflitto di interessi crea una tensione drammatica che si sviluppa durante tutto l’arco del film.

La pellicola tratta in modo magistrale i temi dell’onore, della lealtà e dell’etica militare: David Lean, celebre per le sue epiche regie, dà vita a un capolavoro visivo dalle immagini spettacolari, che catturano la bellezza e l’orrore della giungla birmana, attraverso una sensazione di imponenza e oppressione.

La sequenza finale – con la distruzione del ponte – è un momento di grande intensità che rimane impresso nella memoria degli spettatori.

Le interpretazioni sono di altissimo livello. Alec Guinness è magistrale nel ruolo del colonnello Nicholson: la sua progressiva trasformazione da uomo determinato e orgoglioso ad individuo ossessionato dall’opera che sta realizzando, è sorprendente e coinvolgente.

“Il ponte sul fiume Kwai” è dunque un film che va oltre la semplice narrazione di una storia di guerra: attraverso una trama avvincente e personaggi ben sviluppati, il film solleva importanti domande sull’essenza della guerra stessa, sulla follia che può scaturire dalle ideologie militari e sull’etica della lealtà verso la propria nazione.

Il film ha ottenuto un grande successo di critica e pubblico, vincendo sette premi Oscar, tra cui quello per il miglior film, il miglior regista per David Lean e il miglior attore per Alec Guinness.