Nell’ambito del cinema sentimentale degli anni ’50, “Il re ed io” (The King and I) si distingue come film intriso di fascino e romanticismo.
Testimoniando il cambiamento sociale e culturale che caratterizzava gli anni ’50, “Il re ed io” mostra i due aspetti di tradizione e modernità, di desiderio di preservare le proprie radici e l’apertura a nuove influenze.
Diretto da Walter Lang, la pellicola si basa sul musical di successo di Richard Rodgers e Oscar Hammerstein II, che a sua volta si ispira alle memorie di Anna Leonowens, giovane vedova inglese, istitutrice dei figli del re del Siam.
La trama trasporta lo spettatore direttamente alla corte del re Mongkut (Yul Brynner) nel lontano Siam (l’odierna Thailandia) alla metà del XIX secolo.
Mongkut, sovrano ambizioso e consapevole dei cambiamenti in atto nel mondo, decide di ingaggiare Anna Leonowens (Deborah Kerr), insegnante inglese, per educare i suoi figli e portare nel suo regno la cultura occidentale (sembra incredibile non è vero?!?!)
Ciò che segue, tuttavia, è un incantevole viaggio di scoperta, sia per il re che per la giovane Anna.
I dialoghi sono brillanti, le canzoni e le coreografie coinvolgenti, la storia d’amore intensa.
Brynner offre un’interpretazione straordinaria nel ruolo del re, conferendo al personaggio una forte presenza scenica, perfettamente bilanciata da una combinazione unica di autorità e vulnerabilità.
Deborah Kerr, d’altra parte, incarna perfettamente la figura di Anna, donna coraggiosa, intelligente e determinata.
Una interpretazione piena di grazia e profondità emotiva, in un personaggio che si scontra con le tradizioni e le convenzioni del regno del Siam.
“Il re ed io” – autentico trionfo agli Academy Awards del 1957 – ha vinto cinque premi Oscar, tra cui quello per il miglior attore a Yul Brynner.