di Beatrice Silenzi

Negli anni ’50, il jazz ha attraversato una fase evolutiva importante, grazie alle innovazioni introdotte dal bebop e alla nascita di nuove personalità nella musica.

Tra queste, spicca il leggendario trombettista Miles Davis, musicista visionario e innovativo che ha costantemente reinventato il proprio stile nel corso degli anni e il sassofonista John Coltrane, dotato di una straordinaria padronanza nell’arte dell’improvvisazione.

Pur realizzando progetti nuovi e sofisticati, Davis è sempre riuscito a mantenere vive le radici del bebop, rendendole parte integrante della sua musica.

La sua capacità di sperimentare e abbracciare nuove direzioni musicali ha portato alla creazione di uno stile che riusciva a spaziare dal cool jazz a sonorità più avanguardistiche.

Una delle caratteristiche distintive del percorso artistico di Davis è stata la sua collaborazione con musicisti bianchi: un’apertura ed un grande desiderio di esplorare nuove dimensioni musicali che hanno portato alla nascita del cool jazz.

Questa modalità si contraddistingue per sonorità morbide e rilassate, con un’attenzione particolare al controllo delle dinamiche e alla ricerca di un sound elegante e sofisticato.

All’interno del gruppo di Davis, John Coltrane è stato  figura di grande rilievo che ha raggiunto livelli di complessità e profondità nell’esplorazione musicale, impensabili per molti altri musicisti del suo tempo.

Ciò che rende Coltrane ancora più straordinario è stato il suo afflato mistico e spirituale, che lo ha reso una sorta di guida spirituale nel panorama jazzistico.

La sua musica ha assunto una dimensione emotiva e trascendentale, fino a toccare le corde più profonde dell’anima umana.

Il suo approccio ha avuto un impatto duraturo sul jazz, ispirando molti musicisti successivi.