di Beatrice Silenzi

Le leggende che raccontano la musica sono tante e svelano il profondo legame che l’umanità ha sempre intrattenuto con questa forma d’arte.

Rivelano la sua importanza e il suo potere nel corso della storia umana.

Dalle antiche civiltà ai miti greci, la musica è stata spesso considerata un potente strumento capace di toccare le corde più intime dell’anima umana.

Gli antichi Egizi avevano una concezione sacra della musica, credendo che fosse un dono degli dei, poiché portava gioia e possedeva poteri magici.

Thoth, il dio egizio del sapere universale, era considerato l’inventore della musica, mentre Osiride, il dio della rinascita, l’aveva utilizzata per portare ordine e bellezza nel mondo.

La concezione divina della musica rifletteva il suo impatto profondo sulla vita e sulla cultura egiziana.

Nelle antiche tradizioni dell’India, la musica era associata alla creazione stessa dell’Universo.
Secondo i libri sacri indiani, il Creatore dell’Universo era rappresentato come un suono primordiale, una piccola musica di immensa potenza.

Questa visione metteva in luce il potere cosmico della musica e la sua capacità di connettere l’uomo con l’ordine universale.

Ma forse la leggenda più celebre è quella di Orfeo, il mitico cantore greco, figlio del dio Apollo, considerato virtuoso musicista ed l’inventore della lira.

La sua musica era così potente da affascinare e placare la natura stessa: gli uccelli, i pesci, il vento e il mare.
Tutto il creato si fermava ad ascoltarlo, e persino gli alberi e le pietre si muovevano al ritmo della sua melodia.

La sua abilità raggiunse il culmine quando, dopo la tragica morte di sua moglie Euridice, decise di scendere negli inferi per cercare di riportarla in vita.

Il suo canto commosse persino Plutone, il Signore degli inferi, che acconsentì a restituirgli la sua amata a condizione che non si voltasse indietro per guardarla, e purtroppo, Orfeo non riuscì a resistere alla tentazione e perse così definitivamente Euridice.