Una voce potente e carismatica, una profondità emotiva senza pari, una grande lotta per i diritti civili, Nina Simone, nata Eunice Kathleen Waymon il 21 febbraio 1933 a Tryon, Carolina del Nord, è una delle artiste più influenti e poliedriche del XX secolo.
Pianista, cantante e attivista, la sua musica abbraccia diversi generi, tra cui jazz, blues, gospel e soul.
A soli 7 anni, inizia a studiare pianoforte, per poi iscriversi al Conservatorio di Musica di Juilliard a New York, ma la sua carriera prende forma quando, per guadagnarsi da vivere, si esibisce in un bar di Atlantic City come Nina Simone.
Nel 1959 pubblica il suo album di esordio, “Little Girl Blue”, che include la celebre versione di “I Loves You, Porgy”, brano che la catapulta alla ribalta e ngli anni ’60, mentre gli Stati Uniti affrontano le tensioni razziali e le battaglie per i diritti civili, Nina diventa un’importante voce di protesta.
Brani come “Mississippi Goddam”, scritto in risposta all’assassinio del leader dei diritti civili Medgar Evers e all’attentato alla chiesa di Birmingham, rappresentano il suo sfogo contro l’ingiustizia razziale e la discriminazione.
La canzone audace e provocatoria, con un’atmosfera di rabbia e frustrazione palpabile, diventa un inno per gli attivisti dell’epoca.
Oltre alla musica, la Simone è impegnata in politica: le sue opinioni esplicite sulla discriminazione razziale e la sua partecipazione a manifestazioni per i diritti civili la portano a vivere momenti di grande difficoltà: la sua musica si trasforma in uno strumento di lotta e resistenza.
Una vita piena di sfide: dalla depressione alla bipolarità fino alle complessità relazionali che segnano anche la sua carriera: una instabilità emotiva che si riflette nelle esibizioni, eppure contribuisce a rendere la sua arte ancora più autentica e toccante.
Negli anni ’70, lascia gli States per stabilirsi in Europa, dove continua a esibirsi, a registrare musica, guadagnandosi una nuova fanbase.
Muore il 21 aprile 2003, ma il suo lascito vive ancora: dimostrando che la musica può essere un potente strumento di cambiamento sociale, un mezzo attraverso il quale le voci oppresse possono trovare espressione e speranza.