di Beatrice Silenzi

“Nashville” è una complessa opera d’arte che tratta dell’avidità, della politica, della fama e del potere, intrecciandoli nella cornice della capitale della musica country.
È il 1975, Robert Altman dirige un film che rappresenta uno dei capisaldi del cinema americano.   

Con la sua maestria registica, Altman concede uno sguardo sconcertante sulla società americana, svelando le contraddizioni e le oscure dinamiche che la permeano.

“Nashville” si apre con i titoli di testa in stile pubblicità, anticipando la tematica centrale del film: la svendita dell’America.
Attraverso la campagna politica del candidato Hal Philip Walker e la presenza costante dei Media, Altman mostra come denaro, fama, sesso e politica si intreccino in un vortice di manipolazioni e corruzione.

Il film si svolge in un preciso momento storico, ma la sua riflessione sulla società e sulla moralità è sorprendentemente attuale ed egli utilizza Nashville come un palcoscenico metaforico per indagare le dinamiche sociali e culturali dell’America.

La musica country diventa il mezzo attraverso cui vengono approfondite le aspirazioni e le delusioni dei personaggi: tra bandiere confederate e insulti razzisti, il regista mette in luce le tensioni e i problemi che affliggono la società americana, offrendo uno spaccato realistico e provocatorio.

Con oltre venti personaggi principali e una durata di 180 minuti, “Nashville” è un esempio di narrativa compressa impeccabile.