A partire dagli anni ’50 – con l’inizio del Festival della Canzone italiana di Sanremo – la scena musicale italiana è stata presa d’assalto da stili e artisti: melodici, urlatori, cantautori, ognuno con il suo approccio alla musica e con tematiche differenti da affrontare.
Vediamoli.
I melodici, propongono brani orecchiabili e facili da cantare, canzoni di musica “leggera”, caratterizzate da melodie semplici e rime baciate, incentrate per lo più su “sole, cuore, amore”.
Fin dal principio è stato il genere che ha attirato il pubblico maggiore, contribuendo a rendere celebri artisti come Mina, Domenico Modugno e Claudio Villa.
Indimenticabile – nel 1958 – Domenico Modugno che, sul palco dell’Ariston, infrangeva gli schemi con la sua canzone “Nel blu dipinto di blu”, brano dallo stile inconfondibile, conosciuto in tutto il mondo come simbolo di italianità, capace di sfidare le convenzioni, con quelle braccia allargate, tese ad abbracciare il pubblico nell’immortale ritornello “volare o-oh”.
Il rock italiano (che pochi apprezzavano e che molti definivano “genere da urlatori“) ha preso piede anche grazie ad artisti come Adriano Celentano, che con la sua “Il tuo bacio è come un rock” ed il suo “Clan” è riuscito nell’impresa di portare nuova linfa giovane e ribelle, in linea con le tendenze internazionali, in un ambito più soft, quale quello della musica italiana dell’epoca.
I cantautori invece, da sempre, abbracciano un approccio più intimo e personale alla musica.
Armati di chitarra o pianoforte, talvolta con voce roca, hanno dato vita a sentimenti autentici e ad esperienze comuni, sulla politica, spesso anche di denuncia sociale.
Artisti come Gino Paoli, Franco Battiato, Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Paolo Conte, Francesco Guccini e Fabrizio De André hanno dimostrato che la musica è un potente mezzo di espressione, capace di affrontare argomenti complessi e di comunicare emozioni profonde.