“Suspiria”, probabilmente una delle opere più pregevoli del maestro Dario Argento, è un film del 1977 che si distingue come un’opera d’arte viscerale che trasporta gli spettatori in un mondo di terrore.
Molte pellicole horror, infatti, si basano su cliché e archetipi comuni, a differenza di “Suspiria” che possiede una grande capacità di creare un’esperienza unica sullo spettatore.
Dario Argento è il fulcro: grande interprete di atmosfere cupe, oscure e ad una fondamentale abilità nel manipolare le emozioni del pubblico.
La trama ruota attorno a Suzy Bannion, una studentessa di danza classica interpretata da Jessica Harper, che si trova a frequentare un collegio spettrale.
Man mano che la storia si sviluppa, il mondo surreale e inquietante, popolato da streghe e presenze oscure viene fuori ed Argento utilizza sapientemente una tavolozza di colori vividi e intensi, crea un ambiente visivamente sorprendente e suggestivo.
La fotografia del film propone un’incessante sensazione di costante tensione e paura.
Ciò che rende “Suspiria” unico è il modo in cui il terrore viene proposto: le sequenze fin troppo vivide e violente sono accompagnate da immagini e suoni intensi che si insinuano nella mente dello spettatore. L’uso di primi piani dettagliati e di effetti visivi sorprendenti (come il coltello che lacera un cuore pulsante), determina una sensazione di disgusto che rimane impressa.
Molto in questo film è dato dalla colonna sonora: una partitura musicale ossessionante e indimenticabile, che trasforma melodie innocue in cacofonie infernali. La musica agisce come un personaggio a sé stante, amplificando l’atmosfera già inquietante del film e coinvolgendo gli spettatori in un’esperienza sonora unica. Autore è il gruppo rock dei Goblin.
Non manca un abile uso del colore, delle immagini che fanno di “Suspiria” un pilastro dell’horror.