di Beatrice Silenzi

Diretta da Steno e interpretata dal talentuoso Alberto Sordi nel ruolo di Nando Moriconi, “Un americano a Roma” è una commedia che diventa satira esilarante, mettendo in luce i paradossi della cultura americana e l’aspirazione degli italiani ad emularla.

Un film che, nell’ambito del cinema italiano anni ’50, ha catturato anche la vera essenza dell’italianità con leggerezza.

In “Un americano a Roma”, la trama ruota attorno a Nando Moriconi, giovane romano che, ossessionato dall’idea di diventare un “vero” americano, tenta disperatamente di imitarne lo stile di vita, l’abbigliamento e persino l’alimentazione.

La sua ossessione lo porta a compiere gesti assurdi e maldestri, fino a salire sul Colosseo minacciando di suicidarsi se non gli verrà data la possibilità di andare negli Stati Uniti.
La sua follia diventa il pretesto per mettere in risalto le contraddizioni italiane del periodo, ma anche per biasimare l’imitazione acritica di modelli esterni senza un reale discernimento.

Il personaggio di Nando incarna dunque l’italiano medio affascinato dall’idea dell’America come Terra Promessa, seppur senza comprenderne appieno dinamiche e  contraddizioni interne.

Sordi si conferma ancora una volta, come uno dei più grandi attori comici italiani del suo tempo, grazie alla capacità di esprimere frustrazione, ingenuità ed entusiasmo in modo straordinario e regalando al pubblico momenti di puro divertimento e risate.

La regia di Steno si distingue per ritmo vivace e messa in scena intelligente, cose che permettono agli spettatori di immergersi completamente nelle situazioni comiche e paradossali del film.

Pur essendo una satira, infine, il film invita il pubblico a riflettere sul proprio rapporto con l’identità nazionale e sulla necessità di valorizzare la propria cultura senza negare le influenze positive che possono arrivare dall’esterno.